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Aiuti veri, altro che business

Aiuti veri, altro che business

Non mancano né soldi né tecnologia: mancano cultura e giusto spirito

 

 

 
Una società che volta le spalle alle creature più fragili è una società profondamente disturbata a livello sessuale. Va detto meglio: è una società… senza palle! I bambini che soffrono fino a morire a migliaia ogni giorno ne sono la prova schiacciante. Colpa del sistema, delle lobby, delle banche, del business degli aiuti. Sì è tutto vero. Ma anche nostra personalmente se ce ne laviamo le mani. Invece il problema della fame nel mondo lo dobbiamo combattere personalmente per non perdere la nostra dignità di essere umani. Ognuno di noi contribuendo con un po’ di impegno. Ma subito e soprattutto nel modo giusto che indicheremo nelle prossime pagine. Per non essere complici, seppur indiretti, di questa strage degli innocenti. Conseguenza della perdita del nostro innato spirito di solidarietà. E della perdita della nostra sessualità nell’amore. La povertà materiale del Sud del Mondo infatti è strettamente connessa alla povertà spirituale del mondo più ricco. La fame del corpo là è anche lo specchio della fame di amore che abbiamo qua.
 
CATASTROFICO FALLIMENTO
Duole il cuore dirlo, ma lo dimostrano i fatti e i dati sugli aiuti umanitari negli ultimi 30 anni, tutta la cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari delle Ong, sono stati un sostanziale catastrofico fallimento! Basta con queste pubblicità che sfruttano i bambini denutriti, promettendo di dargli un futuro. Purtroppo si tratta il più delle volte di pubblicità ingannevole. Salvo eccezioni, che comunque esistono e che vi segnaliamo nelle pagine successive, perché proprio lì, probabilmente sono in coltura gli anticorpi che potranno essere efficaci contro il virus che ha ridotto la solidarietà ad un vero e proprio business. Un business gestito da multinazionali che si contendono dirigenti strapagati, in concorrenza fra loro a colpi di costosissime campagne pubblicitarie sempre più aggressive. Campagne pagate con i soldi dei donatori che, solo in piccole percentuali, raggiungono i bisognosi e anche nel modo sbagliato, perché generano miseria e assistenzialismo, anziché sviluppo e indipendenza. 
 
NEGATIVO CHE ALIMENTA NEGATIVO
Da 30 anni continuiamo a sprecare più di 100 miliardi all’anno di aiuti. Soldi che non aiutano, visto che i Paesi più poveri rimangono tali. Perché i soldi senza una vera cultura della solidarietà, finiscono per impedire lo sviluppo e rendono sempre più deboli i paesi che li ricevono. Una recente inchiesta della Stampa, a firma di Sandro Cappelletto, mette a nudo tutto il fallimentare impegno contro la povertà nel mondo. “Il business della carità. 80 euro su 100 bruciati in stipendi e corruzione” è il devastante titolo dell’articolo. Secondo lo Human development report dell’Onu, circa l’80% delle somme stanziate finanzia il funzionamento delle strutture o si perde per strada per quella che i professionisti del settore chiamano, la “volatilità”: la corruzione o la non disponibilità ad abbassare il proprio tenore di vita, da parte di chi si dedica a gestire questi aiuti. Tutto ciò alimenta la diffidenza di chi magari vorrebbe intervenire con donazioni o adozioni a distanza. “Se fossi sicuro che i soldi arrivassero… sì, la farei l’adozione, ma…”. Troppi casi negativi bloccano il naturale impulso di amore che tanti hanno verso i bambini poveri. È bene essere molto prudenti e informarsi bene e poi agire. Il vero amore non si ferma di fronte al negativo e va in fondo. La fame non si combatte tanto con i soldi, quanto con persone davvero impegnate a valorizzare le potenzialità dei più poveri, attraverso relazioni intense per sostenere lo sviluppo della vita. Il negativo si combatte con il positivo.
 
UN FATTO SESSUALE
Solo l’amore risolve la moltitudine dei mali. Solo andando oltre queste negatività, che bloccano il nostro istinto di generosità, affermiamo la nostra sessualità, amando nonostante tutto. Ma amare in modo genitale, cioè in modo efficace per chi ha bisogno, richiede che usciamo dalla superficialità e ci informiamo bene, ci coinvolgiamo. Andiamo fino in fondo nella ricerca della giusta modalità. Non mollare alle prime difficoltà, ma avere la forza di amare, mettendoci in gioco senza farsi fermare dal negativo che ci vuole impedire di salvare un bambino. Come redazione della rivista “Acqua & Sapone” conosciamo bene da tantissimi anni l’associazione Italia Solidale, collaboriamo con loro per promuovere adozioni, alcuni di noi sono stati più volte in visita nei vari progetti sparsi per il mondo, per documentare l’opera di continuo sostegno alle famiglie coinvolte.
 
                                                  
                                            
 
POSITIVO ALIMENTA IL POSITIVO
Limitarsi alla denuncia non può bastare di fronte ai bambini che muoiono di fame. C’è chi da una vita si batte per amore vero dei bambini fra mille difficoltà e non si ferma mai, non cerca scuse. Padre Angelo Benolli, fondatore di Italia Solidale, già 30 anni fa aveva già trovato una soluzione a questi problemi scoperti sul campo, nelle tremende carestie del Corno Africa degli anni’80. Da allora infaticabilmente ha lottato con tutte le sue forze per salvare davvero i bambini dalla fame e per uscire da ogni carrozzone delle grandi organizzazioni. Fondò Italia Solidale Onlus per formare giovani volontari profondamente coinvolti in prima persona come missionari laici, per promuovere un nuovo tipo di adozioni a distanza. Ha sviluppato un tipo di auto che non si sostituisce ai poveri, non li rende dipendenti dagli aiuti, anzi ne valorizza la loro potenzialità e solidarietà, rendendoli autosussistenti e capaci di aiutare a loro volta altre famiglie. Non solo quelle intorno a loro, ma anche negli altri Paesi del mondo.
 
   
 
 
LUCI E OMBRE
795 milioni denutriti cronici; 29% è la diminuzione del livello di fame nei Paesi in via di sviluppo dal 2000 ad oggi; 43 dei 118 Paesi analizzati hanno livelli della fame gravi e 7 Paesi allarmante; 73 Paesi su 129 hanno raggiunto l’Obiettivo del Millennio dell’Onu di dimezzare la popolazione che soffre la fame cronica. Fonte: Indice Globale della Fame 2016 (Global hunger index – Ghi) dell’International food policy research institute (Ifpri)
 
CARITÀ CHE UCCIDE
“La carità che uccide”. Inequivocabile già nel titolo, la ricerca di Dambisa Moyo, giovane economista dello Zambia formatasi ad Oxford e ad Harvard. Una sorta di inchiesta sugli aiuti ai Paesi africani, in realtà impoveriti di solito a partire dal secondo dopoguerra. Il libro conferma quanto già documentato da altri autori: non solo certi aiuti non hanno promosso lo sviluppo economico dell’Africa, ma anzi lo ha disturbato e frenato. Certa ‘carità’ rende sempre più dipendenti, stimola corruzione, conflitti e scoraggia la libera iniziativa. 
 

Volontari nel mondo e in Italia, perché anche qui…

Per far fuori le negatività con relazioni vere
 
Le persone sono bombardate da richieste di aiuto e notizie negative, per cui hanno perso la sensibilità umana fino a livelli di chiusura che assomigliano troppo all’indifferenza. I volontari di Italia Solidale non partono dal chiedere soldi per un’adozione, ma partono dall’offrire una relazione vera, intensa e continua di scambio, collegando le persone degne che sono presenti nel territorio per far fronte al negativo che oggi sembra prendere il sopravvento. Grazie alla cultura di vita e missione, fondamento di Italia Solidale – Mondo Solidale, già moltissime persone sono uscite dagli inganni personali, relazionali e culturali, ritrovando la propria identità, la propria spiritualità per poter ben amare e ben lavorare, fino ad essere sussistenti e solidali. Con questa base si sono formati i 110 volontari laici di “Italia Solidale”, che oggi seguono ciascuno 600 famiglie donatrici in Italia e 600 famiglie nelle missioni del Sud del mondo. Tutta questa esperienza è oggi una realtà planetaria e siamo presenti con 125 missioni in Africa, India, Sud America ed in tutte le regioni d’Italia. Nel Sud del mondo, la partecipazione degli italiani sta facendo veri e propri miracoli. Le famiglie coinvolte fanno un profondo cammino per ritrovare l’ordine della loro vita, per ascoltare in silenzio la voce della loro anima, per avere luce sulla meraviglia che sono e sulle profonde difficoltà inconsce che vivono, per avere così vera fede e vera carità verso se stessi e verso tutti i fratelli e così salvare i bambini. Cinque famiglie si incontrano settimanalmente in piccole comunità di sviluppo di vita e missione, leggono i libri di Padre Angelo Benolli, si sostengono e si aiutano nello spirito e nella pratica. Ogni famiglia è collegata ad un generoso volontario donatore, attraverso l’adozione a distanza. Le famiglie ricevono direttamente i contributi nel loro conto di comunità, usano i soldi per delle attività creative che generano reddito ed ogni anno restituiscono a se stesse nei propri conti di comunità quello che hanno da noi ricevuto. Grazie a questa base di Spirito, che sostiene l’espressione dei talenti personali, si arriva ad una piena sussistenza. Dieci comunità formano poi una zona che si incontra mensilmente per approfondire i contenuti di vita, ma anche per avere uno scambio commerciale per essere liberi dalle multinazionali e dalle schiavitù economiche. Le famiglie che hanno ricevuto tutta questa immensità di vita hanno poi deciso esse stesse di diventare donatori, per salvare altri bambini e famiglie a livello intercontinentale e interzonale.
Adesso stanno facendo un altro grande passaggio di sviluppo di vita e missione, che rende i poveri del Mondo il centro della salvezza dell’umanità, attraverso relazioni di autentica carità a livello internazionale. Ogni anno una famiglia della comunità fa fare ad una persona degna a lei vicina un’adozione a distanza verso un bambino di una famiglia di un altro continente. La famiglia che riceve questa adozione allo stesso modo fa fare un’adozione ad una persona degna del posto verso la famiglia dell’altro continente che ha trovato il suo donatore. In cinque anni tutte e cinque le famiglie di ogni comunità avranno questa esperienza e avranno due bambini adottati e saranno collegati a due donatori, uno italiano ed uno internazionale. Tutto è oltre i soldi, le banche, le strutture, le organizzazioni e le burocrazie. I poveri del Mondo hanno così finalmente la possibilità di vivere, sperimentare e testimoniare la meraviglia che per Creazione è dentro di loro a livello intercontinentale. È una vera Pasqua di resurrezione, di libertà, di dignità e di indipendenza.Oltre che nel Sud del Mondo, i volontari laici di Italia Solidale stanno facendo una grande azione missionaria in tutte le regioni di Italia per vivere anche tra noi i contenuti di eucarestia e carità alla base della cultura di vita che sta già portando tanti frutti di rinascita nel mondo. L’esperienza mostra che per vivere tutta questa immensità è necessario, però, essere veramente persone libere, vere e missionarie, disponibili a vivere e a far vivere la completezza di Dio, dell’anima, del sesso, dei nervi, del corpo e della mente e cioè persone che, pur essendo condizionate, sono disposte a fare tutto un cammino completo di conversione personale e di testimoniarlo poi agli altri. Vivere la nostra profonda dignità, scacciando tutte le negatività è fondamentale. Se non esprimiamo la nostra dignità, lo spirito ne risente, le nostre relazioni perdono qualità e diventano sempre più superficiali, la nostra anima ne soffre e la sessualità si allontana dall’amore e come conseguenza di ciò, anche il nostro corpo e la nostra mente si ammalano. «Ogni donatore è un fiore e merita di sbocciare con tutta la sua bellezza, per formare tutti insieme in Italia un meraviglioso giardino di fiori che scaccia tutte le tenebre inconsce che provocano sofferenza nello spirito e nel corpo», spiega il fondatore Padre Angelo Benolli. Per questo ogni volontario laico di Italia Solidale è referente di un bacino dove vivono 600 meravigliosi donatori.
 
Alberico Ceccchini  

  “Ero costretta a prostituirmi”: la lettera di una mamma
Caroline dall’Africa: “Con il giusto aiuto il villaggio è rinato. Tanti bambini salvati. Molti non si fanno più la guerra”

 

Carissimo Padre Angelo, insieme a tutti i bambini e le famiglie di Kiirua Solidale siamo pieni di gioia, perché possiamo partecipare a questo momento di Grazia tutti noi insieme a Dio, a te, a tutti i volontari di Italia Solidale, a tutti gli amati donatori dell’Italia, a tutte le famiglie delle altre missioni dell’Africa, dell’India e del Sud America con tutti i loro donatori locali.  Grazie a Dio, a Padre Angelo, ai suoi libri, ai suoi documenti. Grazie a questa cultura, anch’io personalmente ho ricevuto l’Amore di Dio nella mia vita e ho risolto tanti inganni e sofferenze di secoli. Mi impegno in questo cammino a fare dei passaggi di dignità, libertà e indipendenza per guarire la mia bambina interiore dalla fame nello Spirito e nel corpo. Io ho vissuto i miei primi anni di vita con mia nonna e per mangiare ero costretta a prostituirmi. Soffrivo tanto. Quando sono cresciuta, mi sono sposata con un uomo che voleva solo figli maschi. Dopo la nascita della mia prima figlia, sono rimasta di nuovo incinta e mio marito voleva che io abortissi. Grazie a questa cultura fondata sul Bambino, sulla Relazione di Dio con il Bambino, io non volevo abortire. Sono andata via da casa e ho sofferto tanto, perché tutto il male ricevuto lo avevo registrato addosso e l’ho pagato. Ma ho vinto la malattia e il dolore e non ho abortito e ho fatto nascere la mia bambina. Grazie a questa cultura, mio marito ha avuto la testimonianza della mia forza di femmina e ha cambiato il suo atteggiamento di rifiuto e mi ha cominciato a rispettare. Ora sono felice con lui e con i miei figli. Dopo aver ricevuto l’adozione a distanza per mio figlio, ho cominciato ad impegnarmi a collaborare per la missione. Ero molto timida, introversa e dipendente dai referenti della missione. Grazie a questa cultura ho lavorato molto sulle mie forze. Ho imparato a scrivere messaggi sul telefono, a scrivere e-mail e a lavorare sul computer, a parlare alle famiglie e finalmente ho visto, affrontato e risolto tanti inganni. Ho lavorato tanto per avere ordine nella missione e poi per trovare e collaborare con persone degne. Ho visto tanti bambini salvati. Ho visto tante donne che come me hanno recuperato dignità e sessualità di femmine. Ho visto uomini smettere di ubriacarsi e diventare maschi, che sanno ben amare e ben lavorare. Tante comunità del nostro Paese non sono più in guerra, perché il tuo libro “10 punti di sviluppo di vita e missione” ha portato la pace nella nostra terra. Ringrazio la Nostra Vergine Maria e te, Padre Angelo, che ci hai aiutato ad uscire dagli inganni della falsa spiritualità e dalla dipendenza dai preti e dalle strutture e ora siamo in comunione di grande rispetto con il nostro Vescovo, che apprezza molto questa cultura e stima molto te, Padre Angelo carissimo. Stiamo lavorando per preparare le lettere di Pasqua a chi ha adottato a distanza i nostri bambini e per relazionarci sempre con la forza del Carisma con i donatori italiani, con i donatori intercontinentali, con i donatori locali dell’India. Stiamo lavorando per realizzare il capannone, affinché tutte le nostre famiglie possano scambiare esperienze di vita e i frutti dei nostri investimenti nella creatività lavorativa. Questo porta a me e a tutti pace e gioia. Il nostro movimento è una esperienza di grande Amore e grande forza per ciascuna persona.
 
Caroline, mamma volontaria di Kiirua Solidale – Kenya                                                     dal sito ioacquaesapone

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