Il credente è servitore e testimone di vita
Molti ancora dicono di avere fede, eppure…
Sono duemila anni che Cristo, da Dio, si è fatto uomo per darci luce e vita. Sono duemila anni che Cristo ci ha amato fino alla Croce per liberarci dal diavolo che produce il male spirituale e il non amore. Cristo non è sconfitto, è risorto perché anche noi risorgessimo.
La pace e la pienezza dello spirito sono la vera resurrezione della vita. Cristo, apparendo risorto, dice, per prima cosa, “Pace a voi, ricevete lo Spirito Santo”. Pace e Spirito sono la fonte della vita riscattata dall’Amore della Croce che porta alla resurrezione.
QUALI PRIORITA’? QUALE ORDINE?
Credente è solo quella persona che serve, testimonia, ama la propria e l’altrui vita in Cristo. La testimonianza di Cristo si racchiude in alcuni fatti significativi: si fa uomo in una capanna, da Dio che era; vive in povertà e preghiera a servizio dei sofferenti; non si adatta ai sacerdoti, agli anziani, agli scribi, ai farisei fino ad andare in Croce per attestare la vita; è obbediente a Dio prima che agli uomini, fino alla morte. Con questo atteggiamento, Egli manifesta lo Spirito di Amore alla vita, a Dio, fa fuori i diavoli e libera da ogni malignità gli uomini, per questo risorge, ci fa risorgere, ci dà la pace e lo Spirito Santo. Oggi molti si dicono credenti, ma pongono prima il proprio io, la propria casa, il proprio denaro, il proprio lavoro, gli uomini e la loro cultura. Possono, questi “credenti” essere servitori di vita e testimoni di Fede in Cristo?
LA VITA SI BASA SULLO SPIRITO
“Non di solo pane vive l’uomo”: la vita è principalmente basata sullo Spirito. Per Cristo era più facile risuscitare i morti che guarire lo spirito dell’uomo schiacciato da mille idolatrie, superbie, deviazioni sessuali. Per risuscitare Lazzaro, Gesù pregò il Padre, ma per guarirci nello spirito andò in Croce. La Sacra Scrittura dice: “Lo Spirito è vita” e la forza della vita è l’Amore. “Dio è amore e chi sta nell’amore rimane in Dio e Dio in lui”. Può rimanere nello Spirito di Cristo chi sceglie la materia, il proprio io, il sesso sbagliato, il relativismo morale? Non è credente chi non ha la propria dignità spirituale, il rapporto con Dio e l’amore ai fratelli. Credente è solo colui che, come Cristo, testimonia la vita, lo spirito, l’amore e non si fa prendere da qualsiasi falsità e riduzione diabolica.
E CHI NON CREDE?
Chi non crede, però, come può comprendere, servire, rispettare, amare la propria vita e quella degli altri? Come fa, il non credente, a non perdersi nella propria mente, nella convenienza materiale, relazionale o sessuale?
E quando ci si perde in queste dimensioni, che forza d’amore si può avere? L’amore non è mai convenienza. La forza dell’amore è sempre il servizio e la testimonianza della vita. L’amore manifesta sempre la natura, la persona, Dio, la carità, prima di ogni mentalità o potere umani. L’amore è un bisogno spirituale di ogni persona e sussiste prima di tutto ed indipendentemente da tutto; si tratta di un dono sostanziale e sacro della vita, che va sempre tutelato e posto prima di ogni materialismo o dipendenza culturale. L’amore è spirito e vita, immagine e figliolanza con Dio, obbedienza a Dio fino alla Croce. In virtù di questa obbedienza alla vita, alla persona ed a Dio, chi sta nell’amore, ama gli uomini come Gesù. Il credente che non è in questo stato, non è credente. 

AMARE È NECESSARIO
Vivere è necessario, per vivere è necessario amare, per amare è necessario essere credenti come Cristo. Non è facile, però, essere credenti. Uno dei grandi mali del nostro tempo è essere erroneamente “fedeli” ed un altro, ancor più grave, è accettare i falsi fedeli come testimoni e tutori della fede stessa. Mentre i fedeli sono solo quelli che vivono le proprie forze con le forze trinitarie, che è il Sacramento Eucaristico d’Amore.
Cristo ha chiamato i falsi credenti: “Razza di vipere, sepolcri imbiancati” poiché essi ponevano gli uomini, le leggi, il potere, il denaro, il sesso sbagliato prima dell’amore a Dio ed al prossimo. Queste persone, a cominciare dai sacerdoti, dagli scribi, dagli anziani e dai farisei, hanno crocifisso Gesù pur di non convertirsi. Tuttavia, questa gente è riuscita ad uccidere il Cristo a causa della leggerezza della maggioranza degli israeliti che, una settimana prima del martirio, inneggiavano al Salvatore con gli “Osanna” e subito dopo, poiché erano deboli ed immersi nel relativismo morale (come accade ai nostri giorni), gridavano coi sacerdoti “Crucifige! Crucifige!”.
INGANNANDO LA VITA NON SI VIVE
Gli uomini, però, non sono la Vita: Dio è la Vita, il Suo creatore, il Suo sostenitore. Quando Dio e la vita s’ingannano non è possibile vivere. Molto spesso, nell’intimo di ogni persona, nelle relazioni interpersonali, nelle culture, Dio e la vita non vengono rispettati come fece Gesù andando in Croce.
Si preferisce adattarsi agli uomini, alla grettezza della mente, al potere, al denaro od al sesso sbagliato, in questo modo la vita viene massacrata e non risorge. La mancanza di fede di coloro che si dicono credenti e sono dalla parte dei crocifissori di Cristo, è uno degli scandali peggiori ed è pretesto ai non credenti per non credere in Gesù.