Il Natale è il bambino come creato
Ogni anno il Censis “fotografa” la condizione degli italiani. Nel 2007 era sintetizzabile nella parola: “poltiglia”. Che nel 2017 si è trasformata in “rancore” evoluto poi nel 2018 in “cattiveria”. Per arrivare nel 2019 alla condizione di “ansia di dover fare da soli” e ricerca dell’“Uomo forte” al comando. La storia si ripete. Vogliamo vivere, amare, essere creativi, ma non ci riusciamo e non sappiamo il perché. Perciò ci arrabbiamo e infine deleghiamo al “capo”. Abbiamo perso Dio, le nostre forze e l’esperienza dell’Amore. Ma “Amare” significa ben altro che “non poter vivere senza la persona amata”. Nell’inconscio, al posto dell’Amore, c’è la dipendenza da altre persone.
Quanti bambini non rispettati, quante persone ingannate, famiglie divise, violenze e guerre per questo falso amore! Nessuno ha colpa, eppure nei secoli è cresciuta la cultura di morte e oggi siamo arrivati al limite. Perciò c’è bisogno del Natale! L’Amore di Dio che si fa bambino risolve le falsità dei secoli. Ma la storia dimostra che non ce ne siamo accorti. Allora è necessaria una cultura nuova per uscire da ogni inganno e conoscere l’Amore Vero: quello di Dio che ci crea con energie uniche, va in croce per noi, ma non si sostituisce a noi e vuole che collaboriamo.
Oggi possiamo vedere e sperimentare questa realtà grazie a Dio e all’impegno di Padre Angelo Benolli che, cogliendo la sofferenza dell’umanità in 60 anni d’incontri quotidiani per sostenere migliaia di persone, non si è adattato alla cultura dominante, ma ha sviluppato un’antropologia nuova e completa. Con una visione della persona, della sessualità, dell’Innamoramento e dell’Amore finalmente coerente con la Vita. Con i 10 libri e documenti di P. Angelo Benolli, con i “giardini” e il nuovo modo di fare adozione a distanza da lui ideati, centinaia di migliaia di persone in Italia, Africa, India e Sud America escono dai condizionamenti secolari, trovano Dio, sé, vere relazioni d’amicizia e amore, la capacità di esprimersi in un lavoro creativo, in comunione con le famiglie di tutto il mondo. Con questa solidarietà completa le persone superano ogni “poltiglia” e rancore, le famiglie si ritrovano e i bambini non muoiono più! Facciamo “giardini” e salviamo i bambini per vivere il Natale continuo in noi, tra noi e nel mondo.
Antonella Casini
Lo capiamo cos’è il Natale?
Natale è il bambino! Ogni bambino così come creato. Dio è presente sempre e ci ama attraverso la creazione continua, che in special modo si manifesta con il dono dei bambini. La vera cultura è il bambino. Il bambino è una creazione completamente nuova, una novità assoluta. È creato a somiglianza di Dio, con una potenzialità immensa. Nessuna persona che non arriva a ritrovare il proprio bambino è una persona sana. Bisognerebbe abolire tutte le culture che sono contro il bambino perché sono contro l’amore e contro Dio. Eppure continuamente avviene la strage degl’innocenti. Sempre gli uomini, perché lontani dalla creazione di Dio, hanno costruito culture contro il bambino. Guerre e fame uccidono nel corpo, ma la cultura attuale massacra i bambini nello spirito.
Gesù è l’unico bambino che rimane nel Padre, fuori da ogni riduzione umana. È “bambino perpetuo”, per questo fa fuori i diavoli e guarisce tutte le malattie prodotte tanto dalla falsità della fede, quanto dalla Sua assenza. Solo Gesù mantiene la Sua anima in Dio. Quindi ha tutto il carattere per esprimere la pienezza della sua sessualità nell’amore, è un vero maschio. Proprio per questo ha i nervi in pace e talmente sani e forti che, nell’orto del Getsemani, suda sangue, ma non si compromette. Questo è ciò che, in questo Natale, auguro a ciascuno di voi, che siete creati bellissimi: di ritrovare la bellezza del “vostro bambino”. Ogni bambino ci richiama ad essere veri maschi e vere femmine e ad essere nell’Amore. Ma non pensiamo che ci sia vero amore per i nostri figli, se non nella carità verso tutti i bambini. Se vogliamo ritrovare il nostro bambino interiore e finalmente iniziare ad amarlo come merita, svegliamoci, partecipiamo a un “giardino”, prendiamoci cura di un bimbo sofferente con l’adozione a distanza, allora sì, sarà un Buon Natale.
Padre Angelo Benolli (Fondatore e Presidente di Italia Solidale – Mondo Solidale)
———————————————————————–
«Finalmente mi sono sentito nel Presepe!»
Mi chiamo Roberto, vivo a Roma, sono titolare di un’impresa di scenografia. Da anni collaboro con molte istituzioni pubbliche e private. Quest’anno mi hanno commissionato il restauro di un grande presepe artistico che a giorni verrà posto in una delle piazze più famose d’Italia. Occuparmi di un grande presepe per me era un lavoro come gli altri, non pensavo al Natale. Da tempo ero lontano da Dio. Nella vita ho sempre cercato relazioni vere con tutti, anche con i miei dipendenti, ma era come se mancasse qualcosa. Nelle relazioni familiari ho sofferto molto, senza capire perché. Sono separato da mia moglie, con tutte le conseguenze che questo comporta anche nella relazione con i figli. Pochi mesi fa, la madre di un compagno di scuola di mio figlio più piccolo mi ha invitato a partecipare a un “giardino” e mi ha proposto di adottare a distanza un bambino.
Ho iniziato a leggere i libri di Padre Angelo Benolli e ad incontrarmi tutte le settimane con quest’amica, suo marito ed altre persone per scambiare su questi contenuti. In questa condivisione profonda ho sentito un vero scambio e il calore di una famiglia. Era proprio quello che cercavo. Mi sono anche riavvicinato a Dio. Dopo anni ho ripreso ad andare in chiesa. Ogni domenica ascolto gli approfondimenti di Padre Angelo e partecipo alla messa nella chiesa di Santa Maria del Pianto. Ho adottato a distanza una bimba della Colombia. Qualche tempo fa, mentre facevamo il “giardino”, abbiamo ricevuto la visita di una volontaria d’Italia solidale accompagnata da una mamma colombiana che ha trascorso un periodo in Italia per aiutare la missione qui con la sua testimonianza. In quell’occasione ho potuto vedere via Whattsapp la bimba di due anni che ho adottato a distanza e parlare con sua mamma. Era presente anche mio figlio. È stata un’emozione fortissima, una condivisione profonda.
Mi sono sentito “dentro” al presepe, con Gesù bambino, Maria, Giuseppe, il bue, l’asinello e i pastori. Ho sentito il Natale. Voglio continuare a vivere il “giardino” e questa Carità. Sento che è necessario per me, per i miei figli, ma anche per gli altri, specialmente nella nostra società così difficile. Per questo sto cercando di coinvolgere le persone che conosco. Sento che con questa esperienza trovo l’amore che ho sempre cercato e posso recuperare sempre più la mia identità e la capacità di relazionarmi con tutti nella Carità. Finalmente per me è davvero Natale!
Roberto Ciambrone