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Lettera di ringraziamento da Gogamukh – Assam – India a Padre Angelo Benolli

Lettera di ringraziamento dalle missioni di Gogamukh – India 

Nel mio ufficio stavo sperimentando tutto il contrario: come se tutte le persone che lavoravano con me fossero solo macchine, che corrono, corrono senza alcuna relazione

In primo luogo ringrazio Dio Onnipotente, il Creatore, perché mi ama davvero e mi ha redento attraverso Gesù. Credo fermamente di essere da Lui amato così come ama l’intera umanità. Allo stesso tempo il mio grazie riconoscente va al caro Padre Angelo Benolli, per la nuova cultura e antropologia che ho ricevuto attraverso il Carisma di Italia Solidale. Vorrei condividere l’esperienza della mia vita personale e come attraverso la cultura della vita ho potuto testimoniare la verità. Sono Thomas Pathori, 34 anni appartenente a Gogamukh Solidale – Assam Solidale – India Solidale. Ho lavorato come dipendente in una società di microfinanza dal 2012 al 2014 e sto cercando di condividere ciò che ho incontrato durante questo lavoro. Dal 2011 partecipavo a Italia Solidale – Mondo Solidale come una delle famiglie della comunità di Santa Teresa di Gogamukh Solidale. Così stavo lentamente iniziando a sperimentare il rispetto e lo scambio di rispetto, l’amore e lo scambio di amore nelle relazioni leggendo negli incontri di comunità il libro di Padre Angelo; “Dieci punti di sviluppo di vita e missione”. Ma nel mio ufficio stavo sperimentando tutto il contrario: come se tutte le persone che lavoravano con me fossero solo macchine, che corrono, corrono senza alcuna relazione, dalla mattina alle 8:00 alle 20:00 di sera, accompagnate a volte dall’urlo del direttore. Questa era la routine quotidiana e lo stile di vita che condividevo con i miei colleghi.

Inizialmente avevo la possibilità di tornare a casa il sabato fino a domenica sera dal mio posto di lavoro. Col passare del tempo ho dovuto lavorare anche la domenica e quindi non potevo più nemmeno tornare a casa. A poco a poco ho sviluppato una sorta di malattia: di giorno avevo la febbre alta e di notte non riuscivo a dormire. Il mio corpo, la mia mente e la mia anima sono diventati sempre più deboli, giorno dopo giorno. Inoltre ho sviluppato una sorta di paura e l’immaginazione della mia persona morta e così tante negatività hanno iniziato a perseguitarmi. Avevo solo pochissime ore di sonno. Ho provato a condividere i miei problemi con i miei colleghi, ma per loro ero solo oggetto di divertimento e derisione. Mi prendevano in giro dicendo che sono un codardo e tanti altri giudizi. Ho lavorato con così tante persone in azienda ma nessuno di loro mi ha ascoltato. Avevo solo una persona con cui relazionarmi ed era il cuoco della mensa. Siccome mi interessa cucinare, ho cominciato ad andare in cucina una volta finito il lavoro, per aiutarlo nel suo e ho iniziato a condividere con lui la mia vita. Nella relazione ha cominciato a condividere anche lui. Ho trovato fiducia in lui e ho potuto relazionarmi senza paura. Così mi sono trasferito nella sua stanza e finalmente ho potuto dormire bene lì senza alcuna paura. Ma questa relazione ha istigato i miei colleghi a prendermi ancora più in giro di prima. Ho iniziato a rendermi conto di quanta mancanza di rispetto, di relazione, di amore ci fosse in quell’ambiente. Avevo un ottimo salario, ma i soldi non sono tutto. Il denaro non può salvarmi la vita e darmi gioia. Alla fine ho condiviso la realtà che stavo vivendo con mia moglie ed i miei familiari, ho dato le dimissioni dal mio lavoro e sono tornato a casa mia. 

Ora, restando a casa mia al villaggio, avevo più possibilità di partecipare alle riunioni di comunità. Prima potevo partecipare solo raramente. Tornando a leggere i libri di P. Angelo Benolli “Dieci punti di sviluppo di vita e missione” e “Uscire da ogni inganno”, condividendo tra le nostre 5 famiglie, ho iniziato a ritrovare le relazioni, il rispetto, l’amore, che mi erano tanto mancate quando lavoravo fuori casa, lontano dalla mia famiglia e dalla mia comunità. E attraverso questa esperienza la mia malattia del corpo, della mente e dell’anima così come la febbre alta durante il giorno, tutto è scomparso. In mezzo alla natura, sostenendomi con l’allevamento dei maiali, e nelle relazioni ho sperimentato di nuovo una certa libertà, ma ancora non ero sufficientemente forte con Dio. Così sono passati tre anni, ma poiché i bisogni della famiglia aumentavano e per soddisfare le mie esigenze, dovevo fare del lavoro extra. Sono stato eletto come leader della mia località dall’Associazione giovanile della mia tribù. Di nuovo sono diventato molto impegnato ed ho fatto esperienza del significato del IV° punto “La sacralità del lavoro” dai Dieci punti. In quest’impegno politico non mi mancavano certo le relazioni, ma queste relazioni non erano autentiche. Le persone volevano solo che le aiutassi a soddisfare i loro bisogni e, se non soddisfatte, erano subito pronte ad accusarmi e a parlare male di me. Anche in questa esperienza apparentemente più indipendente non ho trovato libertà: ero comunque stretto tra le direzioni dei leader più autorevoli, che dovevano essere seguite ciecamente, e la pressione della gente. Nel frattempo stavo vivendo anche una particolare situazione di coppia. Dopo il nostro primo figlio (adottato a distanza da un donatore italiano), avevamo deciso di aspettare 4 o 5 anni prima di averne un secondo. Purtroppo però nel frattempo mia moglie si è ammalata, con tanti disturbi come febbre, disturbi respiratori, disturbi alimentari. L’ho portata da tutti i possibili medici ed ospedali del mio Stato senza nessuna possibilità di guarigione. Un bel giorno ha addirittura chiesto di poter salutare tutti perché sentiva di essere vicina alla morte. Così ho sentito che solo Dio poteva aiutarci. Ho offerto a Dio i dolori e le sofferenze di mia moglie ed ho deciso di portarla in chiesa in modo che potesse confessarsi. Ma con nostra sorpresa quel giorno tutto ha preso una diversa piega, come se mia moglie avesse preso un’altra forma come riempita di spirito malvagio. Vedendo il prete, iniziò a sputare contro di lui. Sentendo il nome di Gesù ha cominciato ad urlare ed è diventata così forte che in 9 persone non eravamo in grado di trattenerla. Anche Rajesh che era lì per sostenerci, ne è testimone. Più o meno le cose sono andate avanti così per altri 2 anni (2017-2018). Ho subito molte sofferenze. Ho pianto molto e ho finalmente capito che dipendevo molto dagli esseri umani. Così ho preso una profonda risoluzione di avere una forte relazione con Dio. Ho preso un forte impegno con la mia comunità ed anche nella mia zona condividendo la missione con Rajesh, il nostro Volontario locale nella missione. Rajesh mi ha invitato a condividere con lui la traduzione di “Uscire da ogni inganno” nella nostra lingua tribale.

Leggendo questo libro di P. Angelo, applicandolo alla mia vita personale e condividendolo con mia moglie, lentamente mia moglie è stata curata dalla cultura di vita ed è guarita. Intanto cresceva il mio impegno missionario ed ho cominciato a partecipare alla mia gente per lo sviluppo della loro vita e non per la politica. Ho formato molte nuove comunità che sto sostenendo nel loro cammino. Il Signore ha benedetto il mio impegno nella missione, le comunità e la traduzione con frutti di vita anche nella mia famiglia: è nata una bellissima bambina: Christy, sana e forte. E noi, come coppia, avevamo quasi perso la speranza di avere un secondo figlio, con mia moglie che aveva così tanti problemi. Qui abbiamo capito: non stavamo dando il primo posto a Dio! Facevamo affidamento sulla nostra mente e sugli altri. Ho condiviso questa mia storia e testimonianza durante un incontro di persone degne con Caterina sul 7 ° capitolo di “Uscire da ogni inganno” – Certa psicanalisi ed il non amore”. Dalla mia storia si vede bene quanto sia importante la nostra relazione d’amore di gemellaggio a partire dalle famiglie dei donatori italiani, i donatori locali, intercontinentali e interstatali. Tutti questi rapporti di qualità mi hanno permesso di superare le mie ferite che stavano rendendo la mia vita un inferno per mancanza di amore. Anche l’amore della mia donatrice – Gigli Miranda – mi ha commosso molto perché si muove molto per creare giardini sul suo territorio delle Marche e promuovendo altri donatori per salvare vite con l’adozione a distanza. Quindi ti ringrazio Padre Angelo per il profondo carisma attraverso il quale ho potuto salvare la mia vita, mia moglie e i miei figli altrimenti sarei sicuramente morto, e sarebbe morta anche mia moglie, senza il supporto della mia comunità, dei tuoi libri, della mia condivisione personale con Caterina ed il nostro volontario locale Rajesh. Grazie P. Angelo per la possibilità di essere un missionario del Carisma nel Mondo Solidale: solo così ho trovato la verità e la vera libertà! Per tutte queste benedizioni ringrazio la Vergine Maria per avermi accompagnato. 

Thomas Pathori, Gogamukh Solidale – Assam – India Solidale

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