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Lettera di ringraziamento da Pakwach – Uganda a Padre Angelo Benolli

Lettera di ringraziamento dalle missioni di Pakwach – Uganda

Oggi, mentre ti scrivo questa lettera, padre Angelo, voglio ringraziarti con tutto il cuore, perché davvero attraverso i gemellaggi Dio mi sta benedicendo guarendo, sta facendo guarire mio marito e i miei figli

Carissimo padre Angelo Benolli, sono molto felice di condividere con te e ringrazio Dio che mi ha dato questa possibilità attraverso questa cultura di avere uno scambio con te in questo momento. Mi chiamo Grace Afoyiorwoth, sono una mamma parte di una famiglia che partecipa alla missione di Italia solidale nella missione di pace e solidale Uganda solidale. Prendo questo momento per ringraziare Dio e ridare quanto ricevuto in questi 5 anni in cui ho partecipato in questa comunità di sviluppo di vita e missione. Attraverso i tuoi libri, documenti e DVD e attraverso la partecipazione diretta i tuoi meeting, ho ricevuto la possibilità di vivere pienamente le mie energie personali. Ho sentito quanto per secoli e secoli la mia vita non è mai stata vissuta per come Dio mi ha creato. Mi ha preso del tempo capire completamente perché stavo soffrendo, perché non vivevo la mia libertà, la mia gioia. È stato quattro anni fa, quando ho guardato il video del bambino intrauterino, grazie al tuo grande impegno e spirito ha raggiunto noi in Africa. Immediatamente ho sentito il bisogno di non rimanere sulla mente e su ciò che era che c’era fuori ma ho sentito il bisogno di collegarlo con la mia vita. Quello che è più immenso nel dvd e che tu dici che tutte queste sofferenze, tutti questi condizionamenti, possiamo risolverli soltanto con il nostro impegno personale attraverso i tuoi libri documenti incontri di comunità incontri di zona e continuando ad avere relazioni degne. Questo era qualcosa di molto concreto per me ed è arrivato in un momento della mia vita in cui soffrivo moltissimo. Soffrivo nel mio matrimonio, c’era mancanza di relazione con mio marito, mancanza di concrete relazioni con i miei bambini e con moltissime persone intorno a me. Tutto questo mi faceva soffrire, soffrire e continuare a soffrire.

Prima di arrivare a questo movimento con Italia Solidale, avevo cercato delle soluzioni. Andavo in chiesa a pregare e sono diventata un membro attivo del rinnovamento carismatico. Pregavo, pregavo, ma non potevo collegare nulla al mio inconscio! Grazie a Dio ho incontrato una persona che faceva parte di Italia Solidale. Questa donna mi ha testimoniato immediatamente come avrei dovuto provare a partecipare. La settimana dopo ho iniziato ad impegnarmi ad andare alla loro comunità e, attraverso questa esperienza, ho chiesto i tuoi libri. Mi hanno dato il libro e ho iniziato a leggerlo da sola, visto che ero capace di leggere nella lingua alur che è la nostra lingua locale. Di nuovo ho realizzato che dovevo non solo collegare questo libro alla mia realtà personale, leggendolo da sola, ma dovevo iniziare a testimoniare e a scambiare tutto questo con le altre famiglie della comunità. Voglio essere completamente sincera e ti voglio ringraziare tanto padre Angelo per questo, voglio testimoniare che, appena iniziato ad aprirmi, ho sentito che dentro di me c’era una ferita che stava guarendo. Ho sentito nel mio cuore che ero finalmente accolta da vere persone, come quelle della comunità, perché nessuno di loro mi giudicava di fronte alle mie difficoltà. Grazie a Dio ho sentito questa relazione finalmente degna!

Siccome, ogni volta che ti muovi verso Dio, il diavolo interviene, poco dopo che ho iniziato questo movimento mio marito ha iniziato ad avere un problema fisico e ha perso la vista da entrambi gli occhi. Questo era un bel problema per me. Sono una donna africana e sulla donna africana ci sono un sacco di condizionamenti. Nella cultura corrente, si crede che nella famiglia esista solo il marito che può portare qualcosa da mangiare nella famiglia e la donna non può fare niente. Col sostegno degli altri membri della comunità, che sono stati disponibili a starmi vicino, ho creduto in Dio e ho continuato con la missione, ho continuato a muovermi nella pratica nonostante mio marito non fosse più capace di fare niente da solo, perché nel frattempo era diventato anche paralizzato. Dopo due anni di questa sofferenza, la famiglia di mio marito mi ha persino attaccato perché non accettavo quello che loro volevano che io facessi, ovvero portare mio marito dallo stregone. Vedevano che mio marito non guariva, ma rimanendo in comunione con Robert, un volontario locale, e rimanendo in comunione con Silvia Neposteri, ho avuto molto aiuto a capire che non potevo perdermi nel clan. Grazie al Carisma, avevo capito che non potevo più tornare nel compromesso della cultura, perché quello che fanno gli stregoni non è vero e, ora che potevo vederlo, non potevo più tornare indietro.

Avevo iniziato a capire tutto questo in un incontro molto importante per me, nel 2016, con la visita di Davide De Maria insieme a Silvia. Avevo invitato mio marito a partecipare all’incontro di formazione di Davide e sono stata felice perché aveva accettato di partecipare. Tornati a casa, ho sentito che anche lui aveva iniziato a fare un passaggio della sua vita ed è per questo che mi ricorderò sempre di Davide De Maria, per la sua forza. Davide non sapeva nulla di quello che stava accadendo a me e a mio marito, ma tutto quello che c’era nella formazione di quel giorno era completamente collegato a tutte le sofferenze che stavamo vivendo! E Davide chiamava tutti noi che partecipavamo in quell’incontro a fare un passaggio personale per uscire da quelle sofferenze in cui vivevamo. Di fronte a questa chiamata, mi sono mantenuta forte e sono rimasta collegata con le altre persone degne della missione per non mollare mai. Ogni settimana, con la mia comunità, leggiamo i tuoi libri e documenti ed è questo che mi aiuta nella missione e nella mia vita, con questi cinque figli che Dio mi ha dato, perché possiamo vivere una vita concretamente basata sul Carisma che Dio ha donato a te, padre Angelo, e che tu liberamente hai donato a noi in Africa. 

Oltre a questo, ho sentito anche l’esigenza di continuare il mio movimento missionario. Dopo la visita di Davide, ho sentito che per guarire sempre di più da queste sofferenze che stavo attraversando e per far guarire le altre persone intorno a me, dovevo impegnarmi per proporre un’adozione. All’inizio era eravamo completamente persi, nessuna delle 200 famiglie che partecipavano era riuscita a trovare nemmeno un donatore. La missione rischiava di chiudere perché non c’erano donatori locali e nessuno si muoveva veramente. Poi ho capito che Dio aveva già preparato i donatori, che Dio aveva già fatto tutto e che bastava soltanto che noi arrivassimo a loro. Allora ho preso coraggio e ho promosso questa adozione, che è stato un passaggio specialissimo nella mia vita! Promuovendo questa adozione, ho rotto le catene secolari di alcuni miei condizionamenti, perché ho trovato, come donatore, un uomo. Per noi donne africane, non è possibile relazionarsi con gli uomini. Incontrarlo, relazionarmi con lui è stato un passaggio che mi ha permesso di esprimermi e testimoniargli con grandissima libertà. Questa persona mi ha chiesto un po’ di tempo per meditare sulla mia proposta, mi aveva chiesto una settimana…ma ho visto che questo tempo era troppo lungo! Anche se mi aveva chiesto una settimana, dopo tre giorni sono andata da lui. Ho provato a relazionarmi non soltanto rimanendo sul punto della missione, ma testimoniando quello che stavo sperimentando in questa cultura, in modo semplice, senza chiedergli nulla, senza neanche chiedergli la risposta alla proposta che avevo fatto. Dio è Dio. Sono rimasta positiva e, nella relazione libera, immediatamente è stato disponibile a partecipare e a salvare un bambino in Colombia. Da parte mia, sentivo l’urgenza di salvare una vita, non potevo fermarmi. Salvare una vita non è questione di pensarci una settimana, è necessario oggi! Per questo sono andata da lui prima del tempo che mi aveva chiesto, perché dentro sentivo l’esigenza e la necessità di salvare un bambino, ma non solo, anche di salvare il bambino dentro di me. Questo passaggio mi ha reso molto forte e mi ha permesso di partecipare sempre di più alla missione, per la mia vita e per quella delle persone intorno a me.

Oggi, mentre ti scrivo questa lettera, padre Angelo, voglio ringraziarti con tutto il cuore, perché davvero attraverso i gemellaggi Dio mi sta benedicendo guarendo, sta facendo guarire mio marito e i miei figli. Silvia ne è testimone. Mio marito oggi ha completamente recuperato la vista, può muoversi ed è tornato a lavorare. Anche i miei bambini sono guariti. Nel 2016, i miei figli non si lasciavano nemmeno avvicinare dalle persone durante i meeting, piangevano e urlavano continuamente, specialmente i volontari di Italia Solidale non potevano nemmeno guardarli che subito iniziavano a piangere di nuovo. Ho continuato con la mia missione e la mia famiglia si è rimessa a posto. Questa è la grazia di Dio che viene attraverso questo Carisma che voglio testimoniare! Anche la missione è fiorita. Siamo passati da 300 a 600 famiglie e tutti abbiamo trovati 600 donatori locali per salvare bambini in tutto il mondo nel gemellaggio!

Il Carisma è un dono di Dio che tu, padre Angelo, hai portato in Africa. Lo percepisco sempre più chiaramente nei gemellaggi che stiamo vivendo. Quest’anno ho ricevuto un’adozione a distanza dall’Italia davvero speciale. Negli anni scorsi, ho avuto dei donatori italiani, ma sentivo che non eravamo veramente in relazione con loro e loro con noi, per questo i donatori abbandonavano e non partecipavano più. Quest’anno è stato tutto diverso. Ho ricevuto una grandissima grazia da Silvia, che ha trovato per me una persona italiana veramente degna. Si chiama Beatrice Marchesi. Lei si relaziona direttamente con la mia famiglia e anche io mi relaziono con tutta la sua famiglia direttamente. Come nella Trasfigurazione, il giorno in cui ho ricevuto questa adozione a distanza, ho proposto a Beatrice di continuare in quest’esperienza e di non limitarsi a fare l’adozione. L’ho invitata a partecipare come persona degna per proporre delle adozioni e completamente guarire diventando missionaria lei ha accettato! È nata un’esperienza di gemellaggio fortissima. Adesso c’è continuità nella relazione. In questi quattro mesi di coronavirus, mi sono incontrata ogni settimana anche con i genitori di Beatrice, che hanno iniziato a fare comunità. La madre si chiama Olga e il padre Corrado e sono persone degne impegnate per fare giardini e salvare i bambini nel territorio di Pavia. Ci incontriamo ogni settimana e leggiamo un capitolo dei tuoi libri. Insieme, abbiamo letto i Dieci punti di sviluppo di vita e missione. Questo gemellaggio mi ha aiutato molto e ho visto che ha aiutato anche i genitori di Beatrice. Ricordo che il primo giorno in cui abbiamo iniziato il giardino, la mamma di Beatrice era completamente depressa e non si esprimeva, ma dopo quattro mesi sta facendo un’esperienza veramente forte. Adesso si apre, si esprime e questo è quello che sento, la grazia che viene da questo Carisma per noi in Africa e per tutti gli Italiani!

Padre Angelo, prego, prego per la tua vita e sempre di più ti ringrazio perché tutto questo mi ha permesso di essere la vera Grace che sono oggi. Sto continuando a testimoniare questa cultura e questo sta cambiando la mia vita e sta permettendo anche a tutte le altre 600 famiglie di Pakwach di cambiare la loro vita. In questo momento di coronavirus, questa cultura ci ha svegliato e ci ha fatto aprire gli occhi. Così abbiamo la possibilità di andare oltre a tutto il negativo, di superare le burocrazie e di avere semplici scambi tra di noi.

Con Dio, abbiamo trovato delle soluzioni creative per far fronte al virus e al lockdown. Come persona degna, mi relaziono con 10 famiglie in modo particolare e in questi incontri ci siamo aiutati moltissimo non solo nella relazione, ma troviamo anche soluzioni concrete per sostenerci. Grazie anche al sostegno economico che ci hai inviato e grazie al la generosità dei volontari donatori che contribuiscono alla nostra vita, manteniamo un’esperienza di scambio dei prodotti che vengono dai nostri orti. Io ho piantato dei semi di sesamo, della manioca e del mais. Altre famiglie coltivano il riso oppure i fagioli e in questo modo scambiamo tra di noi anche in questo momento di coronavirus…e proprio in questo momento difficile, la vita si muove in modo normale.

La mia preghiera è continua. Vedo che questo Carisma è vero, ma che sempre più dobbiamo essere presenti noi. Questo è il tempo in cui ci dobbiamo svegliare e rimanere sempre in movimento nelle nostre energie personali. Per liberarci completamente non è abbastanza guarire personalmente, ma dobbiamo completamente raggiungere la nostra conversione! Quindi ti ringrazio, padre Angelo, per la tua testimonianza di vita e continuo a pregare per la tua vita.  Ringrazio tutti i volontari donatori che stanno donando il loro amore ai nostri bambini. Ringrazio tutti i missionari volontari di Italia solidale in particolare Silvia Neposteri e Davide De Maria, che sono stati direttamente in contatto e in sostegno della mia vita. Ringrazio per il lavoro che tutti i missionari fanno in tutto il mondo. Siamo benedetti dalla possibilità di avere, attraverso Robert, i tuoi approfondimenti nella messa ogni giorno. Robert può ascoltare tutti i giorni i tuoi approfondimenti e li passa anche a noi. Questi ci aiutano moltissimo a toccare ogni giorno i nostri diavoli e a fare un movimento nella nostra vita per essere più vicini a noi stessi, a Dio, alla nostra comunità e a tutte le comunità e realtà intorno a noi, a tutte le famiglie con cui siamo collegati!

Che il buon Dio continui a benedirti padre Angelo e che ti ricompensi abbondantemente come vero profeta del nostro tempo. Ti saluto con tutta la mia famiglia e i miei bambini. 

Grace Afoyirwoth, Pakwach, Uganda Solidale

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