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Nuova modalità di fare missione

Nuova modalità di fare missione

Quella di Italia Solidale è una missione che si basa sulla cultura di Dio e non sulla cultura degli uomini (vedi nuova cultura come vita). Si tratta di una missione veramente ecumenica poiché intende recuperare le dimensioni naturali della vita così come è stata creata da Dio, che sono comuni a tutte le persone, indipendentemente dalla cultura da cui provengono o dalla religione che professano. E per questo recupero, ci si basa sull’adesione a Cristo non come precetto, ma come esperienza di Amore di cui ogni persona ha profondamente bisogno per vivere, per svilupparsi e per arrivare ad un’autentica solidarietà in Dio.

• Il triplice volontariato di Italia Solidale

” I volontari, formati per più anni in una cultura come vita, partono sempre dalla storia delle persone che incontrano, le sostengono a liberarsi dai loro condizionamenti interni ed esterni e così liberi come la Madonna possono incontrare Cristo Amore, vera via, verità e vita. Con queste basi naturali e di fede sono contenti di aprirsi poi alla missione nella nostra società e nei paesi del Sud del mondo. Ovunque impostiamo una nuova cultura che parte dall’ “io potenziale” disturbato dal non amore, e arriva, attraverso i “prestiti solidali” a formare comunità sussistenti come i primi cristiani. Tali comunità producono molte vocazioni -religiose e laiche- e comunicano sempre con i volontari di Italia Solidale e i volontari donatori, trovando così tutti insieme una nuova grande Chiesa solidale.” (“Nuova cultura-Prestiti-Vocazioni”, Padre Angelo Benolli)”

La missione di Italia Solidale si svolge tramite la comunione di “tre volontariati”.

Il primo volontariato è costituito dai “volontari di Italia Solidale”. Sono laici, “persone per le persone” che per primi hanno accolto e sperimentato nelle loro vite la verità della proposta culturale di Padre Angelo Benolli.
Da anni percorrono un cammino di sviluppo di vita e missione per essere veramente persone in Dio e poter intervenire con spirito, maturità e competenza nelle realtà di sofferenza e falsità culturale del mondo odierno. Sono Promotori di Sviluppo di Vita e Missione o frequentano la Scuola quadriennale dei Promotori di Sviluppo di Vita e Missione. Spesso hanno lasciato carriere già avviate per dedicarsi in toto alla missione di Italia Solidale.

Continuamente e direttamente formati da Padre Angelo sulla base di una cultura come vita, si collegano a persone di cuore e di spirito nel sud del mondo: “volontari missionari e laici del sud del mondo”, che sono il secondo volontariato, trasmettendo loro lo stesso cammino affinché possano liberarsi dai propri condizionamenti ed arrivare in Cristo a promuovere l’autentico sviluppo delle persone e delle famiglie delle loro comunità fino alla sussistenza e alla solidarietà allargata.

I volontari di “Italia Solidale” e i “volontari del sud del mondo”, insieme, attraverso lettere, comunicazioni ed interventi vari, coinvolgono i “volontari donatori” (terzo volontariato) che partecipano attraverso l’adozione a distanza dei bambini delle comunità nel sud del mondo. Colonna portante di Italia Solidale, i volontari donatori a loro volta si fanno promotori della cultura e della missione di Italia Solidale nelle realtà in cui vivono, coinvolgendo altre persone in tutto questo grande movimento di vita.

Le comunità di sviluppo di vita e missione

Formati da Padre Angelo e dai volontari di Italia Solidale, i volontari del sud del mondo, in continua relazione con i volontari di Italia Solidale, si accostano alle persone delle loro comunità suscitando in loro il cammino secondo la nuova cultura come vita missionaria ed ecumenica e favorendo il formarsi di piccole comunità di sviluppo di vita e missione, come forma di aggregazione naturale tra le famiglie dello stesso territorio, indipendentemente da differenze tribali e religiose.

Le persone, famiglie e comunità sono aiutate a recuperare totalmente le loro potenzialità e ad affrontare, gradualmente ma nel profondo, le loro problematiche anche inconsce, che sono spesso le vere cause della povertà (basti pensare al diffuso problema della “dipendenza” dal marito, dal clan, dalla tribù, dal bianco, dal ricco, dal politico, dal prete, dagli aiuti internazionali). Trovano così esse stesse soluzioni ai loro mali spirituali e materiali e diventano capaci di ben amare, di ben lavorare, di essere sussistenti uscendo definitivamente dalla povertà ed anche di essere missionarie per altri poveri.

I “volontari donatori” vengono accolti all’interno di queste comunità come persone (spesso anch’esse povere) che partecipano a loro tramite l’adozione a distanza dei loro bambini, e non come “finanziatori” anonimi. Le comunità sono continuamente animate ed organizzate in modo da raggiungere ogni persona e da rispettare l’insieme della missione di “Italia Solidale”.

• Il prestito solidale

I missionari ed i volontari laici locali animano continuamente le comunità di sviluppo di vita e missione in questo spirito di solidarietà globale in cui si fa esperienza del “prestito solidale”, cioè del mutuo e rispettoso scambio delle energie della vita espresse e condivise. Da questa esperienza di spirito discende poi la gestione del denaro proveniente dai “volontari donatori” di Italia Solidale, che avviene tramite l’innovativo sistema dei “prestiti solidali per la sussitenza e la missione globale”, che è coerente con tutta la nuova cultura come vita ed unifica e libera i “tre volontariati” da ogni condizionamento che deriva dall’assistenza, sostituzione e dipendenza da organizzazioni umane e religiose.

Questo sistema autoeducativo di gestione del denaro è una novità e si distingue in maniera evidente da qualsiasi forma di microcredito o di microfinanza. Infatti sono le famiglie stesse, organizzate ed animate in piccoli gruppi ed in zone, che decidono di “farsi” dei prestiti, utilizzando il denaro che giunge non da un’organizzazione ma da persone, i “volontari-donatori” coinvolti a loro volta da altre persone (i volontari di Italia Solidale) attraverso le adozioni a distanza dei bambini più bisognosi in queste comunità. Gli interessi e i tempi di restituzione sono applicati dalle famiglie stesse secondo i loro veri “interessi”, secondo la realtà personale di ciascuna e secondo il tipo di attività su cui ciascuna s’impegna. Nessuno se non loro beneficia delle restituzioni.

Attraverso i prestiti solidali vengono intraprese attività generatrici di reddito (ad es. coltivazione di campi, pesca, allevamento, piccoli negozi o laboratori artigianali come le sartorie…). Una volta raggiunta la sussistenza, le comunità stesse si rendono responsabili di aiutare altri poveri formando nel tempo nuove comunità di sviluppo di vita e missione. Il sistema dei “prestiti solidali” è un modo per non tradire la volontà dei “volontari donatori” che fra tante proposte di adozione a distanza hanno scelto quella di Italia Solidale che vuole che il denaro arrivi veramente ai “poveri” del Sud del mondo in modo che essi sperimentino tutta la dignità delle loro energie sacre e naturali, la loro dignità ed identità culturale, e siano sempre più protagonisti del loro autentico sviluppo di vita e missione.

“ Vorrei che i “prestiti solidali” non fossero mai associati al denaro, ma fossero associati a prestiti e restituzione di vita che si riceve, si scambia e si dona.
Ora, il prestito di vita che Italia Solidale sempre ha fatto, fa e vuole che sia restituito è la nuova cultura del “nuovo sapere” è “nuovo potere” delle persone, per le persone in Cristo. Tutto questo va sempre assunto e restituito. Solo da questo spirito, nascono, fioriscono e si moltiplicano i prestiti solidali. Il denaro per Italia Solidale, proviene da un atto d’amore dei volontari-donatori che attraverso lo spirito dei volontari di Italia Solidale, si comunicano con i volontari di altre culture e nazioni perché ritrovino le loro energie, siano sussistenti, indipendenti, capaci di saper ben amare e ben lavorare, fino a salvare ogni bambino sofferente, ogni famiglia e comunità dipendente. Questo spirito donato va restituito a Italia Solidale, ai donatori ma soprattutto a Dio, proprio per rimanere liberi da ogni struttura di potere e di materialità diabolica… Il denaro in tutto questo non c’entra. C’entra molto invece lo spirito e la dignità sussistente di ogni persona, famiglia, comunità di zona come i primi cristiani… Ritroviamo la vita sacramento in Dio, prestiamo la vita e restituiamoci sempre la vita, poiché essa sempre la riceviamo e cresce solo se permane nell’amore di Dio e si dona ai fratelli. Per questo non facciamola mai inquinare da strutture, dipendenze, poteri, denaro o qualsiasi altra forma di menzogna e diavolo che sempre è contro Cristo e la gioia degli uomini (“Nuova cultura-Prestiti-Vocazioni”, Padre Angelo Benolli)”.

• Le vocazioni

Tutto questo lavoro di promozione dello sviluppo delle persone, delle famiglie e delle comunità sussistenti porta anche alla promozione delle vocazioni, sia religiose che laiche. Sono le stesse comunità di sviluppo di vita e missione a sostenerle fino a contribuire anche economicamente alle case di formazione in cui continueranno il loro cammino.

“ La vocazione personale, familiare, sacerdotale è una conseguenza naturale che promana dall’amore della nuova cultura e dall’esperienza dei prestiti solidali. Ognuno di noi ha la vocazione alla vita, all’amore fino alla pienezza del Sacramento come il sacerdozio di Cristo. Poiché però mai la vita e l’amore di Dio e del prossimo impunemente si inganna, ognuno di noi è interiormente creato e chiamato ad essere “concreatore” col Padre, “corredentore” con Cristo e con “santificatore” con lo Spirito Santo, per mantenere sempre le proprie forze sane nella vita, nella libertà, salute e amore.
Questa è la nostra vocazione personale, comunitaria, universale, di vero sapere e vero potere in Cristo, base sempre di ogni civiltà, libertà e pace del popolo di Dio Chiesa. Per tutto questo c’è bisogno di grande impegno. Già noi in accordo con i formatori, vogliamo dare la decima come Abramo a Melchisedec.
La vera vocazione però oggi è redimere e mantenere tutte le forze personali nel sacramento con le forze di Dio, sempre liberi dagli uomini (maledetto l’uomo che confida nell’uomo) e dal proprio io
(chi cerca la propria vita la perde), e così con tutto l’albero della vita come la Madonna, liberi dal diavolo, veri discepoli di Cristo, scacciare con Lui e come Lui ogni falsità del diavolo e guarire ogni malattia .
Così vogliamo ogni vocazione sacerdotale comune e del sacerdozio sacramentale.
Coerenti a tutto questo coopereremo sempre con i superiori e formatori dei seminari perché dalle comunità abbiano vere vocazioni, che aiutino le comunità e le comunità aiutino i seminari (“Nuova cultura-Prestiti-Vocazioni”, Padre Angelo Benolli)”.

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