Testimonianza di Maria Grazia Gelmi donatrice di Genova
Le relazioni nel Carisma ci aiutano ad affrontare ed eliminare dalle nostre persone secoli di condizionamenti
Caro padre Angelo Benolli, oggi ho sentito dal profondo del mio cuore il bisogno di trasmetterti tutto quello che provo dentro di me. Prima di tutto il mio ringraziamento a Dio Padre, a Gesù, mio Fratello che amo con tutto il cuore e a mia Madre Maria, sempre pronta ad intercedere per me, e della quale porto orgogliosamente il nome: Maria Grazia. Un giorno un sacerdote mi ha fatto notare che il mio nome è l’inizio dell’Ave Maria: “Ave Maria piena di grazia…”, io ho iniziato a piangere come un fiume e in quel momento avvenne la mia conversione. Attraversavo un momento difficile della mia vita, mio marito mi aveva lasciato ed ho tirato avanti fino a lì grazie all’amore per mia figlia, ma in seguito anche alla Fede in Dio che ringrazio ogni giorno per tutto quello che mi ha dato. Quindi, attraverso il mio cammino sono arrivata un giorno a Roma nella Chiesa di S. Maria del Pianto, e, saputo che c’era la possibilità di adottare un bambino, l’ho fatto all’istante. Lo desideravo da tempo, ma francamente nelle precedenti occasioni avute con altri movimenti missionari, niente mi aveva convinto. Con Italia Solidale è stato invece un tutt’uno.
Ho adottato a distanza una bimba ugandese, Venesia. Quella pelle così scura mi “urtava” un po’, ma avevo scelto l’Uganda per via dell’inglese con il quale potevo comunicare con i missionari di quel paese e perché Silvia di Italia Solidale seguiva il territorio della Liguria dove io vivo. (Nel tempo, ho colto che in questa chiamata alla relazione nella carità, emergeva la mia difficoltà sessuale di relazione col diverso). Nei primi 9 mesi di Italia Solidale non ho concluso niente. Ho comprato alcuni tuoi libri (senza leggerli), incontravo Silvia che veniva da me a Recco a fare missione, trascorrevamo alcune ore insieme nelle quali le mostravo le bellezze della mia terra, pranzavamo e lei, povera stella, riusciva a malapena a leggermi qualche riga dei tuoi libri, a volte nemmeno quel poco per le mie resistenze e difficoltà di relazione. Ma Silvia non ha mollato, continuava a leggere i libri e riportarmi sui contenuti e alla missione, le ho anche detto di lasciarmi stare perché mi stava troppo addosso, ma poi ho capito che mi chiamava ad andare oltre le mie identificazioni negative nella carità e nella missione. Ho incontrato alcuni missionari ugandesi venuti in Italia le cui parole profonde mi hanno molto colpito e da lì ho iniziato a capire che è vero, il Sud del mondo ci salverà! In particolare Patrick mi disse che l’adozione di Venesia aveva aiutato mia figlia ad uscire da una situazione problematica che stava vivendo in quel momento. La carità torna indietro centuplicata!
Lo scorso anno attraversavo un periodo di profonda crisi interiore. Non sapevo come uscirne ed ho deciso che il ritiro spirituale a Malga Zures avrebbe sicuramente aiutato a dare un senso alla mia vita! Ho partecipato al ritiro di fine agosto. Ero sola, non conoscevo nessuno, ho guidato dalla Liguria alla Malga dando anche un passaggio ad alcune donatrici che venivano in Malga da altre parti d’Italia che avevo nel frattempo prelevato alla stazione ferroviaria di Rovereto. Ho sentito subito un clima amichevole, tanto rispetto e compartecipazione. Mi sono adattata senza troppe difficoltà, ma, cosa importante, ascoltavo nelle tante riunioni i contenuti del Carisma che ancora non conoscevo, quindi non mi sentivo in grado di esprimermi come facevano gli altri. Il mio intervento l’ho fatto nel rifugio del Monte Altissimo. Lì ho detto quello che percepivo. Sentivo la “comunione” con gli altri del gruppo, senza alcun giudizio da nessuno su nessuno. Dopo la Malga ho partecipato a tutti gli incontri della Scuola a Roma e frequentando i missionari ed alcune persone degne che avevano fatto adozioni, ho iniziato ad uscire dai miei inganni. Relazionandomi con loro sono venute fuori tutti i miei “isolamenti masturbatori”. Avevo scelto una bimba (non volevo un maschietto!), non la volevo con la pelle così scura ed invece ecco pronta per me, mandata da Dio, Venesia! Ho capito che io non accettavo il diverso, ma da quel momento ho iniziato ad amare ancora di più la mia bimba adottiva e la sua famiglia che grazie al mio contributo aiutavo totalmente. Questo mi ha toccata al punto da piangere tutte le volte che ne parlavo, piangevo copiosamente per la gioia che mi dava sapere di aver aiutato tutta la famiglia e non solamente Venesia e tramite una persona degna ho realizzato il perché di queste lacrime. La mia famiglia era la meno abbiente fra i miei parenti: mio padre e mia madre erano i più umili e modesti fra le famiglie dei loro fratelli e sorelle. Eravamo i più sfortunati, i più poveri e nessuno ci aveva mai considerato. I miei facevano lavori da operai (mia madre turnista in una fabbrica e mio padre proiettava le pellicole nei cinema, facendo quindi un lavoro notturno). Per questo motivo io sono rimasta a vivere con la mia nonna materna fino a quando mi sono sposata. Della mia vita passata sono pochissimi i giorni vissuti con mio padre e mia madre, quindi pochissimi i ricordi del vissuto insieme e del loro amore per me.
Ho avuto una svolta nel Carisma quando a gennaio sono venuta a confessarmi da te. Ti ho detto che da oltre 1 anno avevo fatto la mia adozione a distanza e che non ero stata capace di trovare una persona degna a cui far fare un’altra adozione. Tu mi hai detto: “Ti devi liberare dai compromessi della tua vita passata, devi pregare così: “Metto tutti i compromessi della via vita passata nel Sangue di Cristo. Signore pietà, pietà, pietà”. Da quel giorno prego sempre come tu mi hai insegnato e lo trasmetto alle persone degne del Carisma. Dopo pochi giorni da quel 12 gennaio 2020, esattamente il 14 gennaio ho trovato la mia prima donatrice, Maura, persona degna che stimo molto e che fa parte del mio giardino. Non sono servite molte spiegazioni, ha subito detto di sì, fidandosi di me e della tua opera missionaria. Ero al settimo cielo, Dio aveva ascoltato la mia preghiera! Silvia, venuta da me un paio di giorni dopo, mi aveva fatto vedere le fotografie di alcuni bambini che aspettavano l’adozione a distanza; tra di loro ce n’era uno più grande degli altri, triste, non sorrideva, e quella tristezza mi ha colpita. Sono andata a Messa quella sera stessa e ho chiesto al Signore di darmi un segno per farmi capire se dovevo io, Maria Grazia, adottare quel bambino. Il segno arrivò chiaro e forte durante la Messa. Il sacerdote, prima del Santo, ha letto:” Signore dammi occhi per vedere chi è nel bisogno, orecchi per sentire il dolore di chi soffre…” Non ricordo più esattamente tutto quello che disse, perché mi bastarono quelle poche parole per sapere ciò che mi si chiedeva di fare. Uscita dalla chiesa chiamai Silvia e le dissi che adottavo Brian e la gioia di quel ricordo non si cancellerà mai dal mio cuore. Avevo adottato un maschietto! Io che non ne volevo! Brian è uno dei gesti d’amore più grandi che Dio mi ha fatto! Mi ha dato una grandissima forza interiore, è il “maschio” che mi mancava, la mia Forza per completare la mia “femmina”. E’ la completezza del mio Io interiore. Brian ha 7 anni e mi sta facendo sentire tutta la forza della sua persona esprimendosi nei confronti dei suoi genitori (“Non andate a lavorare”, “Non lasciatemi solo”, “Ho bisogno di voi”), situazioni che da bimba io vivevo sulla mia pelle e che non ho mai manifestato ai miei. Mi sta facendo guarire dai tanti dolori e compromessi del passato! Brian è Cristo che mi è venuto in aiuto nel momento in cui ho agito con Amore e Carità verso un bambino. E’ l’Amore con cui Cristo ha voluto ripagare me per non averlo abbandonato (era un bimbo che attendeva l’adozione, non era abbandonato, ma quella era la mia sensazione se non lo avessi adottato io) perché, l’ho capito solo ora grazie ad una persona degna con la quale ho condiviso questa esperienza, era Maria Grazia bambina, “abbandonata dall’amore dei suoi genitori”.
In seguito ho avuto la gioia di coinvolgere nel Carisma altre due mie amiche che fanno parte del mio Giardino, le quali hanno fatto entrambe un’adozione a distanza. Ogni settimana negli incontri con le nostre famiglie ugandesi scopriamo quanto siano forti e semplici questi uomini e donne che, partecipando e relazionandosi nel Carisma, hanno tanto da insegnarci e da farci riflettere. Le loro testimonianze sono rinascite alla vita, scoperte dell’Io potenziale di ciascun individuo e riflettendo su tutto questo, mi chiedo perché tanti italiani siano così sordi e ciechi da non capire quale strumento, quale chiave sia questo Carisma per la salvezza e la rinascita e la riappropriazione delle nostre vite. Noi viviamo una vita che ci sembra “normale” così come è, perché la vita è sempre piena di intralci, ingiustizie, dolori, lotte (lo dicono tutti…), ma questi diavoli che ci attaccano continuamente, che sono registrati nelle nostre cellule non sono quella vita, quell’Amore che Dio ci aveva dato e preparato nei nostri primi 30 giorni! Le relazioni nel Carisma ci aiutano ad affrontare ed eliminare dalle nostre persone, dalle nostre esistenze, secoli di condizionamenti! Le testimonianze che ascoltiamo ci portano a trovare nei cassetti del nostro inconscio situazione che credevamo dimenticate, ma che non sono dimenticate, anzi ritornano ricordi di 20, 30 anni prima che erano rimasti così ben nascosti dentro di noi che sembravano proprio dimenticati (tranne che dalle nostre cellule nervose però!)
A tale proposito voglio ringraziare Angela Oriti di Messina perché dopo la lettura di quanto ha testimoniato sono riemersi in me ricordi di alcuni sogni che avevo fatto in passato, che analizzati mi hanno portato a rivedere le relazioni avute con i miei genitori, le mancanze di amore che avevo ricevuto da loro. Questi diavoli, queste negatività della vita passata si risolvono affrontandoli e muovendosi nello Spirito. Io guarisco se agisco! Non lasciamo che la nostra vita scorra davanti ai nostri occhi senza fare niente per impossessarci nuovamente di lei! Noi dobbiamo ritornare a vivere la vita bellissima e piena dell’Amore e della Pace del nostro Dio, di Colui che ci ha creato e che vuole solo il nostro bene e la nostra piena felicità. Testimoniamo, agiamo, amiamo, adottiamo un bambino a distanza, usiamo il meraviglioso strumento della Carità e tutto l’Amore ci tornerà indietro centuplicato, perché Dio è buono e misericordioso, perché Dio ci ama. DIO TI AMA!
Grazie Padre Angelo per avere lottato nella vita per mantenere te stesso fedele alla creatura che Dio ha concepito in te, grazie per aver condiviso con noi il Carisma della Salvezza delle nostre anime. Ti abbraccio, prego per te, per Italia Solidale, Mondo Solidale, per i missionari e per tutte le persone degne.
Maria Grazia Gelmi, donatrice di Recco, Genova